Spazio allo svago, con attenzione a sicurezza, costi e territorio
16 Marzo 2022
Una riflessione su alcune prassi normalmente applicate nella gestione di strutture a carattere commerciale, ma con forte componente di tempo libero (leisure): l’esperienza di Officine S a Torino.
Ripresa e Innovazione nel settore leisure post-pandemia
Quelli appena trascorsi sono stati, per tutti e senza distinzione, due anni travagliati e sofferti: non mi pare neppure necessario dover ricordare i motivi, che confidiamo di lasciarci alle spalle quanto prima. Forse anche per attenuare il ricordo del biennio 2020-2021, la gente pare aver ritrovato un desiderio, mai realmente sopito, di nuove forme di aggregazione, di svago e di divertimento. Per dare risposta a questo bisogno di vita alcuni luoghi si sono dati come missione il divertimento, il piacere della tavola e il retail, talvolta anch’esso declinato in chiave creativa e giocosa. E chi, come noi, questi nuovi luoghi ha il piacere e la fortuna di poterli condurre, vuole che la gente si diverta senza pensieri. Ma perché questo possa accadere occorre pensarci, e non poco. Sulla base di quanto appreso nelle esperienze maturate, vorrei quindi condividere la particolare declinazione di alcune pratiche, normalmente applicate nella gestione delle strutture a carattere commerciale, per meglio adattarle alle specificità del food & be- verage e del leisure. Come stiamo facendo portando avanti l’incarico di gestione di Officine S a Torino, il più recente di questi pro- dotti di nuova generazione, che sta già mostrando quante potenzialità possano esprimere queste formule innovative.
Ottimizzazione degli eventi e gestione flessibile degli spazi
In una struttura a trazione leisure&food vengono organizzati svariati eventi e attività che si sommano a quelle promosse direttamente dal gestore/esercente: un ristorante ospita un concerto, una libreria organizza un appuntamento culturale, un’associazione allestisce un piccolo momento per la comunità. Occorre che queste iniziative vengano coordinate e adeguatamente supportate per garantire una pacifica convivenza tra le singole attività e un tranquillo godimento di tutti i servizi da parte della clientela.
Tecnologie e Tattiche per una Gestione Adattiva
In secondo luogo, le affluenze possono subire variazioni anche significative nei diversi momenti: tra giorni feriali e festività sicuramente, ma anche tra diversi periodi dell’anno. Pensiamo alla differenza tra la propensione a stare fuori casa la sera, normalmente più viva in estate rispetto a quanto non sia d’inverno. Un “fine tuning” costante dei servizi rispetto alle affluenze è assolutamente indispensabile per garantire un livello degli stessi coerente con le necessità puntuali, senza sprechi. In questo l’approccio deve prevedere da una parte una contrattualizzazione dei servizi che consenta aggiustamenti e ottimizzazioni e, dall’altra, deve basarsi sulla tecnologia (analisi delle affluenze al quarto d’ora ed eventuali sensoristiche specifiche) e sulla presenza in loco per ricavare le informazioni utili nel processo. Il gestore stesso dovrà garantire flessibilità: per esempio, gli orari caldi, che necessitano di maggiore osservazione, sono spesso fuori dal- la fascia lavorativa classica. Questo discorso vale anche per i servizi safety e security. I luoghi gremiti rischiano di generare situazioni poco sicure: pensiamo anche al rispetto delle norme per contenere la diffusione del Covid-19; è quindi necessario calibrare attentamente le risorse dei servizi di vigilanza e presidio.
Collaborazioni Locali per amplificare l’impatto commerciale
Occorre, inoltre, che il personale incaricato sia ben addestrato a gestire in maniera dialettica e compositiva le situazioni che si possono creare. Insomma, un presidio che aiuti a mantenere i requisiti di sicurezza, ma senza farlo pesare. Ancora più di una normale galleria a trazione retail, è necessario che il luogo venga vissuto come un posto aperto alle iniziative del contesto di riferimento, specie quando inserito in un’area urbana. Proprio dalle realtà del bacino possono emergere iniziative in grado di dare ritorni (diffusione del marchio, creazione di occasioni di visita, contribuzione al posizionamento) con una efficacia delle iniziative anche maggiore e campagne più standardizzate. Non mi dilungo su questo aspetto, molto interessante, ma con il quale entriamo sicuramente in un ambito molto vasto, che potremmo definire di “marketing di prodotto”. Un’area che necessita di un presidio puntuale, attento e coordinato a partire dalle fasi progettuali del prodotto e deve permearne il ciclo di vita con continuità. Un’area che può aprire gli orizzonti anche della gestione, coinvolgendo tutte le funzioni consulenziali interessate. Proprio per questo penso meriti un approfondimento più specialistico.
Sostenibilità Economica e Innovazione nella gestione leisure
Le tensioni inflattive in corso, rinfocolate dalle spese per l’energia, e il grado di sostenibilità degli investimenti leisure, impongono u- na ricerca costante del miglior prezzo d’acquisto – secondo logiche industriali – dei servizi e di ogni altro bene, evitando ogni possibile spreco e concentrandosi solo su quanto essenziale. La costante messa in discussione dello status quo (ponendosi sempre domande come: “ma serve davvero?”) può dare grandi risultati in questo ambito. Avere a che fare con queste nuove realtà significa superare i canoni tradizionali della gestione classica ed entrare in un nuovo mo- od, costantemente focalizzato sulla necessità di essere innovativi e diversi, orientato alla qualità di quanto offerto, che spesso origina dalla cura nell’impianto dei servizi.
Un vero e proprio mestiere nuovo
È, per molti versi, un mestiere nuovo, che ci porta a una riflessione sulle professioni coinvolte. Da tempo sosteniamo che il direttore di centro commerciale va paragonato, nella sua azione sul campo, a un direttore di albergo. Anche per l’attenzione al comfort del cliente, la massima cura dell’ordine e della pulizia, l’estremo rigore nel controllo delle procedure. Ecco, nella gestione di una galleria a trazione leisure, serve anche un pizzico dell’approccio dei gestori dei locali che si frequentavano da ragazzi. Attenti sicuramente alla qualità dei servizi e alla sicurezza (ricordo già allora che i controlli soprattutto durante i concerti erano abbastanza frequenti) ma con un costante desiderio di sperimentare: un nuovo gruppo, una serata folcloristica, un evento sponsorizzato; con l’obiettivo di vedere i propri clienti sempre felici di tornare nel locale e di sentirlo proprio. Più che di un direttore di galleria, potremmo parlare di un “experience manager”.
Alessandro Invernizzi | responsabile gestione immobiliare Odos Group