Il futuro dei Centri Commerciali: come affrontare la ripresa
6 Agosto 2020
Nel nostro ultimo approfondimento il futuro dei Centri Commerciali post Covid era ancora molto incerto. Oggi, ad alcuni mesi dalla completa riapertura, il quadro della situazione è sicuramente migliore e permette a tutti gli stakeholder del mercato di cominciare a tratteggiare gli scenari per la ripresa.
Innovazione gestionale dei Centri Commerciali
L’emergenza Covid non ha fatto altro che sottolineare una tendenza già chiara: il Centro Commerciale non deve essere mai ridotto alla sua mera offerta commerciale, ma deve porsi come sintesi di molteplici fattori (territorio, architettura, sostenibilità) che, nel complesso, lo rendano contestualizzato, identitario, sostenibile.
Il commercio al dettaglio post Covid non è più un mero atto d’acquisto, ma un momento di relazione valoriale. Non una novità in assoluto, ma una trasformazione già evidente agli operatori che avevano già intrapreso prima dell’emergenza attraverso percorsi di riorganizzazione dei processi e dell’offerta di beni e servizi, ed ora ne vivono effetti e risultati diversi, talvolta sorprendenti.
L’evoluzione dei Centri Commerciali
Nonostante il lockdown imposto dal Covid, i cittadini manifestano un desiderio di socialità, seppur con modalità rinnovate e aggiornate alle nuove misure di sicurezza: una socialità più sicura ma soprattutto più qualitativa e valoriale. La clientela è fin da subito tornata a frequentare le nostre gallerie in maniera più prudente sì, ma comunque partecipata. Un ottimo segnale per il futuro dei Centri Commerciali.
Nell’attuale situazione di nuova normalità, per una ripresa dei prodotti del retail real estate
è dunque necessario un generale ripensamento del Centro Commerciale in termini di prodotto e di posizionamento nel proprio territorio d’utenza, con la sua socialità, con il suo stile di vita.
Progettualità dei Centri Commerciali
Nel pensare alla ripresa e al futuro delle gallerie post Covid contestualizzazione e identità sono due aspetti fondamentali.
Qualsiasi modello o ricetta commerciale è sicuramente inadeguato e sbagliato se non contestualizzato. Occorre, quindi, adeguare il Centro Commerciale al territorio in cui opera: sembra banale, ma la frequente omologazione sulla media di molte gallerie testimonia il contrario. Poi, dato che la sola funzione retail non basta, un’attenzione particolare va rivolta ai servizi destinati alla clientela del proprio bacino, anche per aumentare e regolarizzare i flussi pedonali. Infine, ci vuole un’attività promozionale sempre territoriale e su misura.
Dall’altro lato non si dimentichi che il Centro Commerciale rafforza la sua identità grazie a una progettualità dell’immobile, dal macro al micro, dalla facciata alla panchina, capace di creare una nuova spazialità. Non deve essere la sommatoria di spazi destinati alla vendita, ma una destinazione con propria identità di genere e di luogo, da cui possa derivare una diversa concezione degli spazi comuni, del rapporto compositivo architettonico tra interni ed esterni: anche per offrire ai clienti modelli di fruibilità, personalizzabili e a misura d’uomo.
La flessibilità progettuale e costruttiva diventa così intrinseca alla ripresa: perché i tagli delle superfici di vendita e di servizio cambieranno ancora rapidamente. Senza dimenticare la giusta attenzione ai processi di evoluzione che interesseranno la mobilità urbana, soprattutto nelle aree metropolitane, con impatti molto forti anche sul commercio.
Sostenibilità dei Centri Commerciali
Contestualizzazione, identità ed infine sostenibilità, sia in termini ambientali che economici. Nemmeno un ottimo prodotto può funzionare se non è economicamente e ambientalmente sostenibile per tutto il suo ciclo di vita.
La massima attenzione alla sostenibilità delle spese di esercizio (Opex) nella programmazione del ciclo costi/ricavi del prodotto diventa fondamentale per la ripresa e il futuro dei Centri Commerciali, così come la conoscenza e interazione con il mercato dei prodotti tecnologici, della manifattura e del facility. Oggi esistono soluzioni progettuali e gestionali nel mercato dell’edilizia, dei materiali, degli impianti, dell’energia, che possono portare efficienze di costo, sia in fase di ristrutturazione che di gestione, un tempo impensabili: il gestore dev’essere, ovviamente, molto competente e innovativo e mettere la commercializzazione al centro.
E infine occorre un business plan degli Opex e dei Capex pluriennali come strumento di navigazione indispensabile nella concezione e gestione del prodotto Centro Commerciale.
Il post Covid si annuncia un periodo molto selettivo in cui la capacità di innovazione gestionale e la competenza progettuale saranno le linee di demarcazione tra successi e insuccessi. La capacità di stare ogni giorno a contatto con il cliente e lavorare in strettissima relazione con tutta la filiera del retail real estate (proprietà, retailer, fornitori) saranno, come sempre, la via maestra nell’interpretazione del nostro lavoro di gestori.